Casa Modernista
La collezione Modernista – pur avendo nel Modernismo radici e riferimenti – si distingue per l’ambizioso tentativo di integrare la componente figurativa, propria dei lavori di Nipa Doshi e Jonathan Levien, alla razionalità lineare della struttura geometrica del rettangolo. Il risultato, sotto il profilo dell’innovazione formale, è una conquista. Alla classicità della composizione, alla doverosa attenzione per la resa delle superfici e dei materiali, i due designer contrappongono l’accentuazione di pochi significativi particolari: il bottone centrale, nega e allo stesso tempo rielabora il fascino borghese della lavorazione capitonné, mentre la base modera l’estetica della lavorazione industriale, attualizzata nella scelta dei colori e nell’uso dell’acciaio tagliato al laser, piegato e saldato in una unica struttura. Con Casa modernista – velato omaggio a Gregori Warchavchik, architetto russo-ucraino riconosciuto per il ruolo di promotore dell’architettura moderna nel Brasile degli anni Venti – la precisione formale e la sobrietà oggettiva presente nei primi modelli si addolcisce verso una maggior apertura al relax e alla spontaneità.
I cuscini perdono rigore, la seduta diventa più profonda e accogliente, le linee rilassate. Il divano, nel cambiamento, diventa lo spazio di transizione tra opposte interpretazioni del tempo: produttivo e disconnesso, relazionale e privato, temporaneo e continuo. Casa Modernista completa il progetto base Modernista con due divani modificati in dimensioni e comfort. Pensati per un uso più residenziale, i divani mantengono comunque, le qualità distintive del progetto iniziale.