moroso weaves
“Frammenti di un discorso (d)—a—Moroso” (rileggendo Roland Barthes)
Patrizia: “…giro per questa fiera, cercando ‘il mio panno’ e a un certo punto incontro lo stand di un gruppo di aziende nordiche, e scopro che c’è un tessuto che mi piace molto, si chiama DIVINA, ed è prodotto da un’azienda danese, la Kvadrat. Divina è un panno di grande qualità e noi saremmo poi diventati i loro primi clienti Italia. Io per Ron non volevo altro, tinta piena, forme forti, colori adatti alle sue forme scultoree.
Ho ordinato subito 20 metri di panno rosso e 20 metri di blu, per la campionatura, senza esitazione; il venditore era stupito della mia determinazione, ma io dovevo fare le prove e la fiera a Milano era imminente. Questo panno, montato sui pezzi di Ron, si è rivelato in azienda assolutamente perfetto; mio zio Marino aveva bisogno di tendere fortemente il tessuto e questo non si rompeva mai… Lo zio era soddisfatto.
Giulio: L’uso di tali materiali scultorei, derivanti dalle arti pittoriche, hanno la loro ragione d’essere. Non si poteva usare un tessuto con trama e ordito. Nemmeno un jacquard.
Patrizia: ‘Sono passati molti anni ma ricordo il mio pensiero. ‘Rivestire i pezzi di Ron doveva essere come dipingere sull’oggetto: un colore forte come una pennellata di acrilico.’
Avevamo già usato un panno per le precedenti edizioni di IOSA GHINI (collezione DINAMIC) e di KITA (SARUYAMA), e quello era un panno italiano, con la sua bella storia e tradizione di lavorazioni artistiche che arrivavano dagli anni Trenta e dal ricordo di Depero. Ma questo era speciale; era molto più robusto e aveva quella “MODERNITÀ ” nordica che mi aveva totalmente conquistato.
Giulio: Con questo materiale all’epoca da tempo si rivestivano le bambole, mi riferisco al Panno Lenci; con il panno verde i tavoli da biliardo. Nel design italiano rappresentava la novità. Poi, dopo Moroso, furono in molti a credere in questo tessuto. Moroso è sempre stata, grazie a Patrizia, anticipatrice di mode e di idee.
Patrizia: “…giro per questa fiera, cercando ‘il mio panno’ e a un certo punto incontro lo stand di un gruppo di aziende nordiche, e scopro che c’è un tessuto che mi piace molto, si chiama DIVINA, ed è prodotto da un’azienda danese, la Kvadrat. Divina è un panno di grande qualità e noi saremmo poi diventati i loro primi clienti Italia. Io per Ron non volevo altro, tinta piena, forme forti, colori adatti alle sue forme scultoree.
Ho ordinato subito 20 metri di panno rosso e 20 metri di blu, per la campionatura, senza esitazione; il venditore era stupito della mia determinazione, ma io dovevo fare le prove e la fiera a Milano era imminente. Questo panno, montato sui pezzi di Ron, si è rivelato in azienda assolutamente perfetto; mio zio Marino aveva bisogno di tendere fortemente il tessuto e questo non si rompeva mai… Lo zio era soddisfatto.
Giulio: L’uso di tali materiali scultorei, derivanti dalle arti pittoriche, hanno la loro ragione d’essere. Non si poteva usare un tessuto con trama e ordito. Nemmeno un jacquard.
Lione, 19 giugno 2013